L’etica della comunicazione è una power skill
Per tanto tempo, nel mondo del lavoro, l’etica della comunicazione è stata considerata una soft skill. Ma siamo certi che sia solo una “competenza morbida”?
Per tanto tempo, nel mondo del lavoro, l’etica della comunicazione è stata considerata una soft skill. Ma siamo certi che sia solo una “competenza morbida”?
In un celebre racconto di Jean-Paul Sartre, il protagonista è sovrastato da statue che prendono vita e iniziano a svolazzare per la stanza. Qui, saremo noi umani, a diventare statue.
Sapete chi mi ha spinto a cercare di fare buon giornalismo? Pippi Calzelunghe! E a entrare in uno speciale network di professionisti dell’informazione? I musicanti di Brema.
Rumi, il poeta mistico persiano vissuto nel tredicesimo secolo, scrisse: “Al di là delle idee di giusto e di sbagliato, c’è un campo. Vi aspetterò laggiù”. Siete mai andati in questo campo?
La ammiro. Non solo è una brava art director e giornalista di moda, con incursioni nel sociale e nell’arte. Sa anche ispirare il bene. E lo fa con grazia: in punta di piedi, eppure con determinazione.
Se esiste una donna che mi ricorda Sherazade, è Barbara Reverberi. Giornalista, mentore per freelance, podcaster, LinkedIn Top Voice Lavoro 2022: magnetica, visionaria, determinata.
E poi, arriva il momento di staccare la spina. Dalle notizie. Per il timore che siano, per l’ennesima volta, brutte, se non orrende, e ci facciano sentire a disagio. Così le evitiamo.
Per il grande Cartier-Bresson, fotografare era porre mente, occhi e cuore sulla stessa linea di mira. Anche per i giornalisti vale. E Francesco Ciampa ne è un formidabile esempio.