Francesca Ferrara e il news content design
Le sirene esistono. E ancora ci incantano con la loro voce melodiosa. In questo articolo, a incantarci è la voce determinata e originale di una professionista dell’informazione.
Ho scelto Francesca Ferrara, come quindicesima fiùtola di Amletica, proprio perché era da tanto tempo che desideravo farvi conoscere questa Partenope del newsmaking come progetto.
Delle sirene metà donna e metà uccello, parla Omero nell’Odissea. Sono fanciulle bellissime che seducono i marinai con il loro canto, ricordate? Ecco: Partenope è una delle tre sirene che non riescono ad ammaliare Ulisse (perché, per resistere, si è fatto incatenare all’albero della nave dai suoi compagni di viaggio) e, deluse dal risultato della loro performance (ho sempre apprezzato la professionalità!), si tuffano in mare. Secondo una leggenda si tramutano in scogli, secondo un’altra i loro corpi vengono trasportati in posti ben precisi e Partenope arriva là dove sarebbe sorta Neapolis.
Chi è la nostra Partenope
Francesca è proprio napoletana ed esprime tutta l’energia della sirena Partenope. È newsmaker, news content designer, media creator, mobile journalist, social media relator, communication consultant e digital trainer. È autrice di una sorta di bibbia, News Content Design. Brand Journalism e Digital Pr per comunicatori e aziende, e collabora, come reporter, a News48.it, il primo e, al momento, unico magazine di giornalismo costruttivo e delle soluzioni in Italia. All’attività come giornalista, Francesca unisce quella di organizzatrice di eventi sulle culture digitali come i barcamp.
Quando e perché il giornalismo è diventato la tua professione?
«La consapevolezza che avrei potuto essere una narratrice di storie è avvenuta in età adulta e grazie a internet. Da allora, ho perseguito in contemporanea due strade: analogico-cartaceo e multimediale on line, concentrandomi, in particolar modo, su quest’ultima e continuando sempre a esplorare l’evoluzione di strumenti e piattaforme idonee alle varie forme di racconto, dal giornalismo alla comunicazione, dalla creative writing allo storytelling per le imprese. Tendo ad esplorare ogni filone di narrazione che sia idoneo al mio modo di sentire la storia, ma soprattutto funzionale nel riportarla ai pubblici».
Quali sono gli obiettivi del tuo agire comunicativo?
«Sintetizzerei gli obiettivi in quello unico della missione di un giornalista e comunicatore, ovvero fare una corretta informazione e comunicazione: la coerenza di approccio obiettivo alle storie e ai fatti e soggetti che ne sono protagonisti, in base al proprio stile e alla linea editoriale della testata per cui si lavora; la valenza dei fatti che chiedono di essere raccontati o che intercetto siano meritevoli di avere una maggiore divulgazione perché il messaggio che contengono è un valore aggiunto e può essere un insegnamento e una buona pratica per la collettività».
Qual è la mentalità di una mobile journalist (1)?
«L’essenza è nella parola “mobile” sia nel significato italiano che in quello anglosassone. Il mobile journalist e/o il mobile content creator è un operatore dell’informazione e della comunicazione che usa il suo smartphone come piattaforma di elaborazione dei contenuti, avvalendosi di applicazioni e accessori professionali (2). Lo smartphone è una multimedia consolle, ovvero il computer con una redazione completa in tasca, rendendo possibile la corrispondenza e la cronaca, nonché la comunicazione dei fatti in piena mobilità e anche con un certo tempismo. Questo modus operandi sostiene lo sviluppo di un approccio mentale più flessibile anche al problem solving on the road nonché all’apprendimento dell’uso di nuovi accessori, piattaforme ed applicazioni professionali per la produzione e postproduzione multimediale».
Sei nel Constructive Network: il giornalismo costruttivo (3) quali prospettive porta all’informazione?
«La prospettiva è quella di proporre un’informazione strutturata sulla creazione di valore per il lettore e la comunità di appartenenza. La tensione verso la nota positiva, invece che sulla nota negativa, è un cambio nella trattazione delle notizie che porta allo sviluppo anche di nuovi paradigmi con una funzione intrinseca di educare alla fruizione delle storie in maniera diversa, partendo da un nuovo metodo di analisi e una nuova filosofia di narrazione: costruttiva e di soluzione e, quindi, operativa e con creazione di impatto socio-culturale e territoriale per le comunità».
Nei tuoi servizi, come scegli gli argomenti da affrontare?
«Se esiste una storia da raccontare, riesco ad intercettarla perché è lei che sceglie me come portavoce. L’attenzione ai particolari è importante per individuare la presenza di elementi che meritano un racconto in primo piano. Nel tempo, si è manifestata un’attrazione naturale: un intimo sentire che a quella vicenda avrei dovuto dare la possibilità di avere un momento di attenzione attraverso le mie scritture o il mio microfono o la mia videocamera o i miei reportage fotografici. Un atto di fiducia reciproco, una corresponsione tra la realtà, i suoi fatti, le vicende e lo storyteller: il narratore reporter».
Per conoscerla meglio…
Per ascoltare il canto di questa sirena del news content design, visitate il suo sito-hub, dove trovate il link ai suoi social network e tutto ciò di cui si occupa. Seguite, inoltre, il suo canale podcast ed esplorate l’indirizzo digitale del suo libro per scoprire le tante attività che si sviluppano dai temi trattati nel volume.
Non mi resta che augurarvi… buona caccia ai suoi mille talenti!
Mariagrazia Villa
Approfondimenti
- Francesca Ferrara, “Mobile Communication e Mobile Journalism. Due risorse strategiche per lo smart working”, in Cristiano Carriero, Smart Working. Tool e attitudini per gestire il lavoro da casa, Hoepli, Milano, 2020.
- Francesco Facchini, Smartphone Evolution. Scopri cosa puoi fare col tuo cellulare e rilancia il tuo lavoro e la tua vita, Dario Flaccovio Editore, Palermo, 2021.
- Francesca Ferrara, “Il Constructive Mobile Approach”, in Assunta Corbo e Mariagrazia Villa, Inversione a U. Come il giornalismo costruttivo può cambiare la società, Do It Human, Milano, 2023.
Crediti fotografici
Foto Archivio Francesca Ferrara.