Assunta Corbo, la vestale della comunicazione e del giornalismo

Assunta Corbo, la vestale della comunicazione e del giornalismo

Assunta Corbo getta luce, anche negli sghembi pomeriggi invernali. Dona ciò che è e sa, anche se non le dai nulla in cambio. Usa parole come piume, anche quando il messaggio è forte.

È la quinta fiùtola di Amletica che vi presento. E sono certa che si poserà sulla vostra anima per rimanerci. Perché Assunta custodisce un fuoco sacro, come le vestali nell’antica Roma: quello della comunicazione. In particolare, cerca di ricondurre il giornalismo al suo stato di verginità. A quell’alba felice in cui fare informazione era equilibrare le disparità del mondo, raccontandolo per intero.

Assunta è giornalista freelance e autrice. Collabora con testate nazionali e internazionali. Ha fondato il Constructive Network (di cui anch’io sono onorata di far parte), per diffondere il giornalismo costruttivo in Italia, e dirige News48, la prima testata italiana – indipendente e non profit – che ospita storie di soluzioni.

Tiene corsi di formazione e consulenze su comunicazione e giornalismo e, sul suo blog, riflette proprio su questi temi, con particolare attenzione ai valori umani. Ha scritto due libri che sono un colpo di fulmine: Dire, fare… ringraziare, un manuale per allenare la gratitudine nella propria quotidianità (1), ed Empatia Digitale, un saggio dedicato alla comunicazione sui social media (2). Se non avete già provveduto, leggeteli, sottolineateli e fate pure le orecchie alle pagine.

Quando e perché, Assunta, hai iniziato a sentire l’importanza della gratitudine nella tua vita?

Ero in profonda crisi professionale. Dopo tanti anni di giornalismo nella mia mente avevo tanti dubbi e perplessità. Soprattutto una domanda: stavo svolgendo la professione così come l’avevo immaginata? La risposta assomigliava molto a un no. Ogni atto di consapevolezza si porta dietro un carico emotivo molto forte che in quel momento mi ha fatto pensare che io, nella mia vita, non avessi concluso molto. Avendo letto tanti libri di crescita personale e spirituale, mi ero imbattuta nel concetto della gratitudine. Non sapevo ancora come poterla applicare ma stava sedimentando nel mio inconscio. Un giorno ho fatto un elenco di ciò che avevo realizzato nella mia vita e mi sono accorta immediatamente che era molto più di quello che non funzionava. Eccola lì, la gratitudine in azione.

Se l’etica della comunicazione è riflettere sul nostro agire comunicativo, che cosa ci insegna la gratitudine in termini comunicativi?

Trovo ci sia un forte legame tra la comunicazione e la gratitudine ed è dettato dal valore delle relazioni. L’una e l’altra si basano su questo: sui ponti solidi – o meno solidi – che costruiamo con le persone. Quei legami che ci aiutano a essere persone migliori. La gratitudine ci permette di accogliere l’altro, di comprenderne l’unicità, di dare valore alle esperienze che viviamo e di ricostruire l’ordine costruttivo delle cose. Comunicare in modo etico significa rispettare: e il rispetto di noi, dell’altro e della vita è alla base della gratitudine.

Sei stata una delle prime professioniste dell’informazione a portare in Italia il giornalismo costruttivo e delle soluzioni: in cosa è un approccio rivoluzionario?

Il giornalismo costruttivo e delle soluzioni rispetta i lettori e le lettrici. Potrebbe sembrare scontato ma non lo è. Ci basta dedicare pochi minuti all’informazione mainstream per rendercene conto. Questa scelta di rispetto conduce a un’informazione di qualità che racconta i problemi ma si focalizza sulle soluzioni. L’unico modo per comprendere davvero il mondo in cui viviamo è conoscere le sfumature, i pezzi del puzzle. In questo modo possiamo costruire l’intera storia: problema, soluzione, limiti della soluzione, evidenze sull’efficacia. Così come non abbiamo bisogno di notizie eccessivamente distruttive, non abbiamo necessità di buone notizie. Entrambe ci portano lontani dalla realtà che è fatta di altro: del valore nel problema, del problema nel valore.

Hai scritto un libro di successo sull’empatia digitale: perché dovremmo tutti imparare a “sentire come l’altro”, prima di comunicare sui social?

Sono due le ragioni principali. I social media sono luoghi di relazione e non possiamo fare a meno di essere umani anche in questi spazi. Questo significa che abbiamo il dovere e la responsabilità di ricordare che oltre lo schermo ci sono persone con una storia personale e dei valori. La seconda ragione è che ormai non possiamo più pensare di separare online da offline, come afferma il filosofo Luciano Floridi. Il digitale è parte della nostra vita e come tale va trattato: un pezzo del nostro stare e del nostro essere. Per questa ragione occorre allenarsi a essere autentici, responsabili, empatici come scegliamo di essere nelle nostre relazioni in presenza a cui teniamo.

Come Constructive Network, quali sono i nuovi progetti, dopo News48, con cui impollinerete la comunicazione con l’etica?

Con il costante dialogo tra noi membri del network, professionisti e professioniste dell’informazione e della comunicazione, e con l’ascolto attivo dei lettori e delle lettrici. Questo è il nostro approccio che si traduce in incontri per il pubblico che ci legge e che cerca un’informazione di qualità, ma anche in corsi di formazione per giornalisti e giornaliste. L’obiettivo è raccontare un nuovo approccio e recuperare i valori che ci portano a scegliere la comunicazione e il giornalismo come professione. Per quanto riguarda il pubblico, l’obiettivo è dare loro strumenti per allenare il pensiero critico e informarsi in modo costruttivo. In News48 continueremo a proporre articoli che siano di esempio concreto.

Volete conoscere meglio Assunta? Potete ascoltarla in una intervista sulla gratitudine, in un intervento sull’empatia digitale o in un incontro sul giornalismo costruttivo. E, dopo, la amerete come la amo io e un tot di altra gente in Italia 🙂

Mariagrazia Villa


Approfondimenti

  1. Assunta Corbo, Dire, fare… ringraziare. Abbiamo sempre un motivo per essere grati, Milano, Do it human Editore, 2015.
  2. Assunta Corbo, Empatia digitale. Le parole sono di tutti, il contenuto è tuo, Milano, Do it human Editore, 2020.

Crediti fotografici

Foto di Simone Sciarrillo – Styling di Elisa Bonandini