News48: giornalisti costruttivi do it better

News48: giornalisti costruttivi do it better

Non siete stanchi di notizie frettolose? Di narrazioni drammatiche o ipercritiche? Di giornalisti giudici o poliziotti? Bene. È appena nato News48, il primo magazine di giornalismo costruttivo in Italia.

News48.it è una chicca, nel panorama dell’informazione nazionale.

Sapete perché? È una testata giornalistica che pensa anche al futuro, non solo al qui-e-ora e al passato. Vuole ispirare i lettori, mostrandosi curiosa e interessata alle questioni che fanno la differenza, ma vuole anche aiutarli a fare proprio la differenza nella loro vita e in quella della comunità. Come? Raccontando le risposte ai problemi e analizzando come e quanto queste abbiano funzionato.

News48 ci aiuta a soddisfare la nostra aspirazione a un’esistenza più piena e felice. Citando il filosofo Alain de Botton: «Il brusio e la velocità delle notizie sono penetrati nel nostro io più profondo. Oggi un attimo di calma è una grande conquista» (1). E in questa grande conquista ha creduto il Solutions Journalism Network americano: ha contribuito con un sostegno anche economico alla creazione del nuovo magazine, così come le tante persone che stanno rispondendo con entusiasmo alla campagna di crowdfunding.

Per capire meglio in che modo l’attimo di calma coincida con un’informazione di qualità, ho intervistato l’amica e collega Assunta Corbo, direttrice responsabile di News48. Ormai nota in tutta Italia per il suo impegno a favore del giornalismo costruttivo, è ricercatrice e autrice nell’ambito della gratitudine (2) e dell’empatia digitale (3).

Assunta, quando, come e perché è nato questo progetto editoriale?

Dopo aver fondato il Constructive Network, per la divulgazione del giornalismo costruttivo e delle soluzioni in Italia, ci siamo resi conto che serviva creare uno spazio per dar l’esempio. Giornalisti, professionisti della comunicazione e lettori avevano cominciato a comprendere alcuni aspetti del giornalismo costruttivo, ma la domanda ricorrente era: dove lo posso leggere? Ci sono diversi professionisti che hanno questo approccio all’informazione e alla comunicazione ma spesso si confondono nella vastità delle storie che ci vengono proposte. News48 è il primo magazine italiano interamente dedicato al giornalismo che fa dell’etica, della deontologia e della qualità le sue bandiere. Non urliamo a gran voce con i titoloni acchiappa click, scegliamo di sussurrare con titoli che rispettano le persone. Non abbiamo fretta di uscire per primi, preferiamo arrivare dopo e meglio.

Da dove arriva il numero 48?

Il 48 è il doppio di 24, numero che spesso vediamo affiancato ai nomi delle testate giornalistiche. È simbolico, un modo per dire che noi arriviamo dopo e ne siamo ben felici. Su News48, inoltre, non ci sono le storie che si leggono ovunque. Le andiamo a cercare. E quando sono le stesse storie, cambia la prospettiva con cui viene proposta. La nostra scelta ambiziosa è di raccontare l’altra parte della storia, quella che trova sempre poco spazio sui media tradizionali. Per tutte queste ragioni abbiamo deciso di essere indipendenti e ci sosterremo solo sulle donazioni di chi ci legge e crede con noi in un giornalismo costruttivo. Scriviamo per loro, per nessun altro.

Chi scrive su questa testata e quali criteri devono possedere gli articoli per essere pubblicati?

Su News48 scrivono i giornalisti che fanno parte del Constructive Network e i giovani giornalisti che selezioniamo per la nostra Young Journalists Mentorship. La ragione di questa scelta è che il giornalismo costruttivo non si può affatto improvvisare e risponde a una serie di strumenti, tecniche e scelte che vanno apprese. All’interno del Constructive Network facciamo formazione continua, che consente ai giornalisti interessati di poter avvicinare le tecniche necessarie per scrivere storie di soluzioni.

Qual è il primo criterio del giornalismo costruttivo?

Parlare delle risposte a un problema più che del problema stesso. Non siamo abituati a farlo perché fino a oggi ai giornalisti è stato chiesto di inquadrare le difficoltà e i problemi sociali con quanti più dettagli possibili. Non si tratta di giornalismo positivo, sia chiaro, ma di una narrazione che inserisce la storia in un contesto, ne racconta le soluzioni, condivide il come si è arrivati a queste risposte e offre un focus sui limiti della risposta stessa. Si tratta un approfondimento che arricchisce e propone uno spaccato di realtà molto più ampio.

Se l’etica della comunicazione è riflettere sul nostro agire comunicativo, perché è importante compiere una riflessione su come oggi vengono date le notizie?

L’informazione ci ha resi impotenti. Ha fatto percepire, a ognuno di noi, la sensazione di non poter fare nulla per cambiare le cose e di non poter nulla contro i problemi del nostro tempo. Ma è davvero così? La realtà ci parla di altro. Ci racconta storie resilienti, azioni concrete messe in atto da persone, nuovi sentieri da percorrere ed esplorare. Continuare a dare per scontato che le persone vogliano sapere solo di disastri, tragedie, storie che generano paura, è sbagliato. Questa è l’informazione a cui ci siamo abituati e, almeno fino agli ultimi anni, è l’unica che ci è stata proposta. In realtà è la peggiore che potessimo accogliere nelle nostre vite perché ha generato – e continua a generare – sentimenti di ansia, rabbia, paura e frustrazione. Tutti stati d’animo che ci fanno credere di vivere nel peggior mondo possibile. Ma il mondo in cui viviamo, come afferma il sociologo Steven Pinker, è il migliore della storia dell’umanità. La narrazione distruttiva ci fa dimenticare tutte le grandi trasformazioni di cui siamo stati protagonisti. Dobbiamo avere il coraggio di raccontare altro. Perché altrimenti perdiamo fiducia negli esseri umani e in noi stessi. E senza la fiducia si resta impantanati nelle sabbie mobili.

Come aiutare le persone con il giornalismo costruttivo?

Ci sono diversi livelli di aiuto. Il primo è certamente emotivo: il giornalismo delle soluzioni ci toglie dalla sensazione di essere troppo piccoli per poter fare qualcosa e ci mette nella condizione di trovare nuovi percorsi. È un invito all’azione che si basa sulle storie che racconta. Allo stesso tempo, attiva in noi tutti sentimenti positivi come gratitudine, gioia, serenità. Non ci getta nel baratro del “non c’è più niente da fare” ma ci lascia nella valle fiorita del “posso essere parte della soluzione”. Cambia davvero tutto: anche la qualità della nostra vita.

E il secondo livello?

È più tangibile. Il giornalismo costruttivo offre alle persone degli esempi concreti che diventano utili per affrontare le situazioni complesse della realtà. Noi esseri umani siamo straordinari e possiamo davvero trasformare l’impossibile in possibile. Sappiamo farlo con creatività, impegno, visione. E ci sono tante persone che hanno questa forza straordinaria. Raccontare la loro storia è come dare un’opportunità agli altri per trovare un sentiero nuovo. Con questo intento, il giornalismo delle soluzioni spende buona parte della narrazione nel condividere strategie e azioni che hanno portato alla soluzione. L’obiettivo non è evidenziare quanto siano stati bravi gli altri, ma offrire spunti per poter replicare o adattare quanto raccontato. Credo di poter dire che il giornalismo delle soluzioni sia un grande atto di generosità verso il genere umano.

Mariagrazia Villa


Approfondimenti

(1) Alain de Botton, News. Istruzioni per l’uso, Guanda, Parma, 2014

(2) Assunta Corbo, Dire, fare, ringraziare. Abbiamo sempre un motivo per essere grati, Do it human, Milano, 2015

(3) Assunta Corbo, Empatia digitale. Le parole sono di tutti, il contenuto è tuo, Do it human, Milano, 2020

Crediti fotografici

Foto di Peter H da Pixabay