Isa Grassano conta le peonie, non le foglie che cadono

Isa Grassano conta le peonie, non le foglie che cadono

Isa Grassano è una domenica d’estate. Quando siete con lei, vorreste che non finisse mai. Andate incontro al magnete del suo entusiasmo e sentite sulla pelle l’oro di quanto scrive.

È la sesta fiùtola di Amletica che vi presento. Sapete perché l’ho scelta? Perché la scrittura protende le sue radici nel punto più profondo del suo cuore. Lei si definisce una «ottimista patologica e sognatrice, che non potrebbe mai fare a meno del mare, del sole, dei viaggi e di un pizzico di autoironia», ma sono sicura che, se le fosse negato di scrivere, ne morirebbe.

Come consigliava Rainer Maria Rilke al giovane poeta nel 1903, un’opera d’arte è buona solo se nasce da necessità. Nel caso di Isa, è proprio così: ha fondato tutta la sua vita attorno a questo forte e semplice «io devo».

Lucana doc, Isa vive a Bologna. Giornalista professionista freelance, collabora con importanti testate nazionali, tra cui «I Viaggi e il Venerdì di Repubblica», «Intimità», «Lei Style», «Touring», «Donna Moderna». Si occupa di attualità, interviste a personaggi, storie vere, turismo. Cura rubriche di libri e il blog Amiche si parte!?

Ha vinto diversi premi giornalistici e riconoscimenti. È cofondatrice del Constructive Network, un network di giornalismo costruttivo, tiene corsi di formazione per l’Ordine dei Giornalisti ed è tutor al Master in Giornalismo di Alma Mater Studiorum Università di Bologna. Fa parte delle community di influencer Backfitprogram e Ourtrips&travel, ove parla di libri, benessere e mete turistiche.

Da alcuni mesi ha dato alla stampa il suo primo romanzo Un giorno sì un altro no (1), che sta riscuotendo un ampio consenso di stampa e lettori ed è già alla terza ristampa. Inoltre, è autrice di guide “emozionali” (2) e di racconti per antologie letterarie (3).

Isa, quando hai sentito che scrivere sarebbe diventata la tua professione?

Avevo 8 anni, dal novembre del 1980. Me lo ricordo come se fosse ieri perché c’era stato il terremoto dell’Irpinia che aveva colpito anche la mia Basilicata. Per diversi giorni, spinti dalla paura, abbiamo dormito a casa dei miei nonni, insieme a parenti e cugine, alcune della mia stessa età. E insieme abbiamo iniziato a scrivere poesie, racconti della giornata, le paure che quel forte boato tornasse a farci compagnia. Scrivere mi rasserenava, anche se era uno scrivere di bambina (conservo ancora quei quadernini pieni di emozioni). Ricordo che da allora dissi a me stessa che avrei fatto qualcosa con le parole. A tredici anni sapevo che avrei fatto la giornalista e, infatti, già verso i quindici anni ho iniziato a collaborare con le pagine regionali del quotidiano «Avvenire». Ero in collegio dalle suore, per frequentare il liceo classico, e loro sono state il tramite.

Se l’etica della comunicazione è riflettere sul proprio agire comunicativo, quali sono le ragioni e gli obiettivi che caratterizzano il tuo lavoro di giornalista?

La mia scrittura giornalistica si è sempre sforzata di essere emotiva, calda e, da sempre, cerco di raccontare le storie, cosa c’è dietro una situazione, un luogo, un progetto, una persona. Non mi fermo all’apparenza, a quello che vedono tutti, ma mi sforzo di “indagare” e “andare oltre”. Così la narrazione dà vita alla magia dell’incontro. E poi la penso come Eugenio Scalfari, quando scriveva che “Il giornalismo non è un mestiere che consenta un tempo libero autonomo rispetto alla professione. Richiede una vocazione. Se quella vocazione non c’è, è inutile provarci”. Io, lo dico con un pizzico di orgoglio, sono nata con questa vocazione.

Sei caporedattrice centrale di News48. Perché il giornalismo costruttivo e delle soluzioni può costituire un approccio innovativo e di valore?

Proprio sull’andare oltre, sul fornire dettagli, risposte al problema. Partire dalle difficoltà per costruire un percorso che porti ai risultati. Un approccio necessario per raccontare un’esperienza in maniera diversa e renderci più credibili come comunicatori, ma anche per dare certezze e speranze. Bisogna accogliere le notizie, le verità, le emozioni e impilarle l’una sull’altra con creatività per dare una visione dall’alto, come se avessimo a che fare con delle costruzioni lego.

Hai scritto un romanzo di grande successo: perché la storia di Arabella e Ludo è stata così tanto apprezzata? E cosa c’è di giornalistico nel racconto?

Forse perché affronta temi su cui ogni giorno tutti noi ci ritroviamo. In primis l’amore che è fondamentale nella vita di ogni persona, l’amicizia tra donne, senza rivalità, il lavoro precario. Ma ci sono anche quegli elementi che purtroppo spesso accompagnano le nostre esistenze. Come la morte – del resto Arabella fa un lavoro precario e “noir”, scrive necrologi per un quotidiano locale – e il tentativo di trovarle una forma, per vederla e forse distanziarsene, a volersi proteggere. E ancora la malattia psichica che annienta, spaventa e talvolta isola. In quest’ultimo caso ho fatto venire fuori la mia anima da giornalista di attualità che indaga tra i disagi della società, facendo parlare anche una psicologa nella parte finale, inserendo dati, ma tutto sempre con leggerezza e in un perfetto bilanciamento che non spaventa chi legge.

Concludo con la domanda che tutti i tuoi lettori (e ne hai più dei 25 di Manzoni!) vorrebbero farti: hai altri progetti letterari per il futuro?

Non avendo scritto un capolavoro come quello del Manzoni [ride, ndr] devo per forza produrre qualcos’altro. È una sorta di debito morale nei confronti delle lettrici e dei lettori. Le appassionate – ma non mancano gli uomini – di Arabella e Ludo mi stanno chiedendo il sequel di Un giorno sì un altro no che ha un finale aperto. Poi ho in mente un altro romanzo che parte da una storia vera. Non garantisco sui tempi di pubblicazione, però, sono molto veloce a leggere e molto lenta a scrivere, considerando che per seguire il flusso dei miei pensieri scrivo tutto a mano, in maniera confusa, e poi ricopio e assemblo.

Se volete seguire Isa, oltre al suo blog, potete far riferimento al suo account Instagram: @isagrassano. E, intanto, perché non vi godete Un giorno sì un altro no?

Mariagrazia Villa


Approfondimenti

  1. Isa Grassano, Un giorno sì un altro no, Giraldi Editore, Bologna, 2021.
  2. Ead., 101 cose divertenti insolite e curiose da fare gratis in Italia almeno una volta nella vita, Newton Compton, Milano, 2011. Ead., In viaggio con le amiche, Newton Compton, Milano, 2015. Ead., Forse non tutti sanno che in Italia…, Newton Compton, Milano, 2016.
  3. Anna Di Cagno (a cura di), Lettere alla madre, Morellini Editore, Milano, 2018. Ead. (a cura di), Lettere al padre, Morellini Editore, Milano, 2020.

Crediti fotografici

Foto di Gianni Angelini.