Il valore dell’esempio: etico è… chi l’etica ha
Potremmo parlarne per giorni, e mesi, e anni. Forse per secoli. Ma l’etica della comunicazione è fatta del midollo stesso della vita, di sangue e ritmo, non di dissertazioni accademiche o pipponi filosofici. E si arriva a comprenderla, solo quando s’incontra qualcuno che la testimonia.
Chiamo fiùtole le persone che sanno impollinare la comunicazione con l’etica.
È per questo che, nel mio logo, ho scelto questa piccola farfalla impollinatrice, che sembra fiutare i fiori con la sua proboscide. Credevate che fosse una V gravida di viola? Ahahah. No, in perfetto stile Einfühlung, ho immedesimato il mio pensiero in una forma naturale.
Ho avuto, e ho tuttora, il privilegio di conoscere tante fiùtole.
Proprio come questo lepidottero, conosciuto anche con il nome di farfalla sfinge o sfinge colibrì o uccellino delle buone notizie, queste persone sanno spostarsi con estrema rapidità da sé stesse agli interlocutori, riescano a volare, apparentemente ferme ma sempre in ascolto attivo, e sono in grado di suggere il nettare da ogni situazione.
Che tipo di persona voglio essere?
C’è una questione, legata all’etica della virtù, che in termini aristotelici risulta di centrale importanza nella pratica morale. È il domandarsi: «Che tipo di persona voglio essere?».
La risposta mi permette di individuare quali qualità devo acquisire gradualmente (non nasciamo “già imparati” e non impariamo di botto, ok?) per arrivare a fiorire come individuo e condurre un’esistenza felice.
Anche nella comunicazione ci sono dei superpoteri che possiamo sviluppare e allenare, se vogliamo agire in modo moralmente qualificato. E l’osservazione del comportamento di altre persone può aiutarci, perché possiede la grande forza dimostrativa ed educativa di un principio etico incarnato (1).
In un mio manuale di etica della comunicazione digitale (2), dove ho illustrato 27 virtù morali dell’agire comunicativo (non capiremo mai perché non sia arrivata fino a 30!), mi sono servita spesso dell’esempio di persone in carne e comunicazione.
Il designer Bruno Munari mi ha mostrato il valore emotivo, e non razionale, della memoria e di come questa renda la nostra comunicazione più saggia.
Il mio insegnante di lettere al liceo mi ha rivelato, attraverso le sue pirotecniche lezioni, l’importanza di comunicare (e insegnare) con creatività e come il riflettere sulle convenzioni sia un atto morale in sé.
Il mio amico Luca, quando si è gravemente ammalato, mi ha insegnato la bellezza e la forza del discernimento, avvalorando quanto il professor Albus Silente dice a Harry Potter. Ricordate? «Non sono le nostre capacità che dimostrano chi siamo davvero, sono le nostre scelte» (3).
L’importanza dell’educazione morale
La virtù è un tratto del carattere in grado di influenzare la nostra condotta: indica sia ciò che dovrebbe essere fatto, sia le motivazioni per cui dovrebbe essere fatto.
E come impariamo a essere guidati dalle virtù? Non tanto dalla percezione cognitiva delle regole morali, poiché queste ultime vengono formulate sulla scorta delle virtù stesse, quanto dall’incontro con persone che le possiedono e le esprimono nel loro agire.
Come ha spiegato il filosofo Robert Audi, di fronte a una decisione da prendere, possiamo avere due approcci (4). Uno astratto, domandandoci: «Che cosa farebbe la tal persona virtuosa in un caso simile?». L’altro narrativo, esaminando come persone reali o immaginarie abbiano già affrontato una questione analoga.
La simulazione, in astratto o su base narrativa, funziona. Provare per credere.
Mariagrazia Villa
Approfondimenti
(1) Immanuel Kant, La metafisica dei costumi, tr. it. di G. Vidari, Laterza, Roma-Bari, 1996
(2) Mariagrazia Villa, Il giornalista digitale è uno stinco di santo. 27 virtù da conoscere per sviluppare un comportamento etico, Dario Flaccovio Editore, Palermo, 2018
(3) J.K. Rowling, Harry Potter e la Camera dei Segreti, tr. it. di M. Astrologo, Salani, Milano, 2020
(4) Robert Audi, Virtue Ethics as a Resource in Business, in «Business Ethics Quarterly», 2, 2012, pp. 273-291
Crediti fotografici
Foto di Fabio Grandis da Pixabay